“Venne un giorno, all’alba del mondo, in cui Colui che Crea non riuscì più a seguire con gli occhi le moltitudini di cose che accadevano sulla terra. Allora chiese a un lupo di farne il giro di corsa per scoprire come vivevano e operavano gli essere da Lui creati. La prima volta il lupo fece il giro della terra molto rapidamente. Ma era troppo veloce e Colui che Crea lo rimandò indietro. La seconda volta il lupo impiegò un anno, ma nel corso di quel tempo non fece in tempo a vedere tutto. Di nuovo Colui che Crea lo rimandò sulla terra. La terza volta il lupo non tornò più perché la terra era diventata troppo grande per lui e vi accadevano troppe cose. Colui che Crea attende ancora oggi il ritorno del lupo…
Sulla terra il lupo ebbe molti discendenti che, con il passare del tempo, dimenticarono la missione affidata loro da Colui che Crea. Fu così che i lupi cominciarono a vivere come tutti gli animali, ma per mantenere la promessa fatta a Colui che Crea cercarono qualcuno che potesse sostituirli nella loro missione. I lupi pensarono che gli uomini fossero, fra tutti gli animali creati da Colui che Crea, quelli più adatti. Ma, con il passare del tempo, i lupi si accorsero che la loro era una scelta sbagliata. Gli uomini si rivelarono violenti, deboli, fragili dentro. I lupi decisero allora di diventare i guardiani degli uomini finchè questi ultimi non fossero pronti a diventare la loro discendenza e a prendere il loro posto nella missione voluta da Colui che Crea, placando la sua collera. Ma i secoli sono passati e gli uomini non sono cambiati. Il popolo dei lupi è l’ombra del popolo degli uomini. Certi uomini lo sanno. Certi uomini sono lupi….” (da un’antica leggenda Mohicana – Mohicano in lingua indiana significa “lupo”)
Il lupo è il progenitore del cane domestico. L’origine della domesticazione del migliore amico dell’uomo potrebbe essere fatta risalire ad almeno 12.000 anni fa e potrebbe essere messa in relazione al fatto che i contatti tra lupo e uomo preistorico fossero frequenti, in quanto cacciatori delle stesse prede. Le più accreditate teorie suggeriscono che i lupi seguissero a breve distanza gli umani ed i loro accampamenti sfruttando, come risorsa alimentare, i loro rifiuti.
L’uomo capì che gli straordinari sensi del lupo potevano essere sfruttati sia per la caccia che per allertare gli assembramenti umani in caso di pericolo e così iniziò a prendere e ad addomesticare dei cuccioli di lupi. Con l’evolversi della civiltà, i compiti dei cani si diversificarono e specializzarono; come risultato vennero selezionate varie razze rispondenti alle differenti necessità. I cani sono ancora geneticamente dei lupi, con cui condividono tutto il patrimonio genetico e sono in grado di ibridarsi con loro, dando origine a prole fertile.
La personalità
La socializzazione è una fase importantissima per lo sviluppo mentale equilibrato del cane e per prevenire l’aggressività. Da quando nascono, fino alle otto settimane di vita, stando con i fratelli e la madre imparano a comportarsi “da cani”, a comunicare e a rapportarsi con i propri simili. Per questo motivo non dovrebbero mai essere portati via dalla cucciolata prima di quel tempo. Il momento più critico per la socializzazione, un processo che comunque continua per tutta la vita, è tra le 4 e le 16 settimane di vita. Fare socializzare il nostro cane significa esporlo al maggior numero di stimoli possibili, assicurandosi che le esperienze siano sempre positive, per prepararlo alla vita ed insegnargli il modo corretto di comportarsi in tutte le situazioni. In questo modo il cane si abituerà a tutto ciò che lo circonda, imparando a non averne timore. All’inizio è importante esplorare ambienti tranquilli, dove il cane si può sentire più sicuro, per poi spostarsi gradualmente in ambienti più trafficati e rumorosi senza mai creare pressioni eccessive sul cane. Di seguito alcune raccomandazioni utili, pensate inoltre a tutti quei posti, persone e situazioni che il cane probabilmente incontrerà da adulto ed incominciate ad esporlo ad esse ripetutamente fin da cucciolo.
- La città
- La campagna
- La macchina
- Rumori domestici
- Altre persone e bambini
- Amici e visitatori
- Altri cani
- Pulizia ed esame fisico
I cucciolo si deve abituare agli odori e ai rumori del traffico, ai movimenti di pedoni, biciclette, moto ecc. Cominciate da strade secondarie e tranquille per poi gradualmente passare a strade più trafficate.
Cercate di abituarlo non solo all’ambiente agli odori e rumori della campagna, ma anche ai diversi animali (vacche, pecore, cavalli ecc).
Incominciate dal primo giorno con brevi e regolari tragitti che terminano con qualcosa di positivo (come una bella passeggiata o un gioco). Evitate di dare cibo al cane prima di metterlo in macchina e fatelo viaggiare nella parte dell’auto dove viaggerà da adulto (non permettetegli di stare in braccio solo perché è un cucciolo). Quando crescerà potrebbe non capire la differenza ed è probabile che non accetti di buon grado il cambio di posizione.
Esponetelo gradualmente ai rumori dell’aspirapolvere, della lavatrice e di tutti quegli oggetti domestici che vengono utilizzati nella vita di tutti i giorni.
Assicuratevi che venga a contatto con il maggior numero di persone possibili, di diversa età e fisionomia (uomini, donne, bambini di tutte le età, alti, bassi, con barba, grassi, magri ecc.) Controllate tutti gli incontri, specialmente quelli con i bambini.
Dovrà imparare a non aver paura degli amici e delle persone che verranno a visitare la vostra casa (che non dovranno scappare se lui abbaia) per evitare che una volta cresciuto mostri aggressività nei loro confronti.
La convinzione che cani maschi non possono andare d’accordo tra di loro è un errore molto comune. Questo problema si può infatti facilmente evitare socializzando il cucciolo con i propri simili, non appena il corso di vaccinazioni è terminato, cercando di interferire il meno possibile: in questo modo il cucciolo potrà sviluppare la capacità di comunicare indipendentemente dal sesso degli altri cani.
Per abituarlo ad essere maneggiato inizialmente dovrete spazzolare il cane ogni giorno, anche se si tratta di una razza a pelo corto. Abituatelo inoltre ad essere trattenuto per un controllo completo (orecchie, bocca, occhi, pelo, zampe, coda). Premiate con dei bocconcini qualsiasi risposta positiva ed accettazione.
Comportamento
L’aggressività rivolta verso i propri conspecifici è un elemento naturale nella psiche del cane, solitamente tollerabile e gestibile purchè non raggiunga livelli patologici in grado di mettere in seria difficoltà i rapporti con altri soggetti. Vediamo qualche trucco per evitare di scatenare troppa competizione e cosa fare se la situazione dovesse malauguratamente sfuggirci di mano. Prima di iniziare quest’argomento è doveroso fare una premessa. Sono di attualità nella cronaca di tutti i giorni notizie che parlano di cani pericolosi e aggressivi e di combattimenti clandestini fra cani. Il capro espiatorio di tutto ciò viene identificato nel cane di razza pitt-bull, descritto e colpevolizzato come aggressivo e pericoloso con persone e cani. Ma il concetto di aggressività nel mondo animale è del tutto naturale ed istintivo; in natura tutti gli animali hanno un atteggiamento aggressivo nei confronti dei propri simili per stabilire la gerarchia, e questo regola il rapporto sociale degli animali stessi. Esistono ai giorni nostri razze più o meno a ‘rischio’, portate a manifestare aggressività intra-specifica e inter-specifica ossia contro i propri simili o contro l’uomo. I cani di razza pitt-bull, in base a statistiche e testimonianze di allevatori, proprietari e veterinari, possono essere considerati al pari di un boxer o di un golden retriver, e possono benissimo essere consigliati come cani da famiglia. Per quanto riguarda l’aggressività fra cani non è possibile stabilire una graduatoria di pericolosità perché agli effetti pratici tutti i cani delle razze da guardia e da difesa sono potenzialmente aggressivi con i propri conspecifici; a volte è anche colpa dei proprietari che involontariamente non intervengono nel modo corretto. Difatti uno dei problemi più comuni che coinvolgono i proprietari di cani, in particolare i possessori di razze da guardia e difesa, sono le risse che si scatenano ai giardinetti durante la passeggiata, spesso per futili motivi. Pertanto affronteremo il problema di come comportarsi per evitare queste spiacevoli situazioni. La prima cosa importante è quella di far socializzare il cucciolo fin da piccolo (dai 60 ai 120 gg. di vita) ed abituarlo ai contatti sociali con i propri simili: quindi va portato spesso fuori, ai giardini e nei punti di ritrovo con altri cani e proprietari, per farlo conoscere e giocare. Questa fase di socializzazione se effettuata con regolare costanza può risolvere all’80% il problema delle risse quando il cane diventerà adulto. Se invece vi ritrovate già un cane adulto, dovete cercare di ottenere il controllo del cane; se non riuscite da soli il consiglio è di farsi seguire da un professionista esperto, che vi aiuterà in questo.
Vediamo comunque quali sono gli atteggiamenti da evitare per non far scatenare le risse: una pessima abitudine è quella di lanciare oggetti al proprio animale (pallina, legnetto, giochini, etc.) alla presenza di altri cani. Questa manovra può scatenare forme competitive e di gelosia tra altri cani presenti; inoltre nella malaugurata ipotesi che l’oggetto lanciato venga raggiunto prima da un altro cane, diventa inevitabilmente motivo di rissa. Il comportamento da tenersi deve essere di assoluta neutralità, lasciando cioè che i cani si annusino e giochino tra loro, rincorrendosi o simulando combattimenti ritualizzati. Non deve esserci quindi la possibilità di creare competizione, come invece avverrebbe con il lancio degli oggetti; se si vuole giocare con il proprio cane con queste modalità è consigliabile farlo in luoghi appartati.
Un gioco interessante che serve a ‘scaricare’ mentalmente e fisicamente il cane, oltre che farlo divertire, è quello delle due palline o di oggetti simili che devono essere assolutamente identici nella forma e nel colore: si lancia la pallina facendola riportare e si rilancia l’altra pallina, sempre con la stessa sequenza (lancio-riporto-lancio). Questo gioco ‘finalizzato’ impegna il cane in un processo mentale molto semplice e serve a scaricare le tensioni emotive accumulate. Nella sgradevole situazione di una rissa, la cosa migliore per sedare il combattimento è quella di applicare un’azione combinata – i due proprietari devono cioè ‘lavorare’ in sincronia – che è quella di afferrare le zampe posteriori o la parte inguinale del cane e contemporaneamente sollevarlo verso l’alto; questo serve nella maggioranza dei casi, ed appena si riesce a separarli devono essere messi immediatamente al guinzaglio. Un’altra strategia per sedare le risse, ma non sempre attuabile per ovvi motivi è quella di innaffiare in maniera decisa i cani con un getto d’acqua molto forte o in alternativa con dei secchi d’acqua. Anche in questo caso l’azione deve essere sincronizzata e l’acqua deve colpire entrambi i cani. Naturalmente come in ogni cosa, dovrebbe prevalere il buon senso: bisogna assolutamente evitare di eccitare ed istigare i cani all’aggressione ed in particolare quelli delle razze cosiddette a ‘rischio’.
Nel caso in cui il vostro cane fosse particolarmente aggressivo ed ingestibile con gli altri cani, il consiglio è quello di farlo educare con un programma correttivo. (Stimolo-Risposta-Premio).
Meneghetti 2005